27/05/13

A proposito delle "linee programmatiche" del ministro Bray


Le Linee programmatiche esposte dal ministro Massimo Bray in audizione congiunta alle Commissioni Cultura di Camera e Senato costituiscono un documento preliminare, a tratti ancora instabile, a tratti apprezzabilmente dettagliato, di ciò che il MiBAC si propone di fare. Apertura alle partnership pubblico-private, regolamentazione dei rapporti di partenariato, fiscalità di vantaggio per i privati che investono nella manutenzione del patrimonio, ripristino dei Comitati tecnici del ministero, sostegno alla migliore diplomazia culturale.
L'adesione al principio di sussidiarietà è destinata a incontrare il favore di quanti chiedono che all'apparato pubblico di tutela subentri l'iniziativa di "corpi intermedi", fondazioni e comunità locali. L'enfasi sulle competenze storico-artistiche, sulla necessità di preservare i centri storici e contrastare il consumo di suolo risulterà invece gradita ai sostenitori della tutela pubblica, gli ambientalisti e i teorici della decrescita. Appaiono particolarmente opportune le stringenti misure previste sul prestito delle opere e la loro circolazione e il ripristino dei Comitati tecnici del ministero, soppressi dal governo "tecnico" con risibile vantaggio contabile.
Sul punto decisivo della "valorizzazione" emergono ambivalenze e oscillazioni che converrà risolvere al più presto.